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Sud in Movimento è un’associazione politico-culturale, inserita nel contesto della Città di Grottaglie che organizza LA NOTTE DEI BRIGANTI da ormai otto anni. l’argomento che si è scelto di trattare in questa edizione può sembrare, a prima vista, ostico e sfuggente, ma che, secondo la nostra associazione, è alla base della vera e propria crisi sociale che stiamo vivendo. Il tema è la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e il ruolo delle associazioni presenti sui territori. Infatti andando oltre la spesso accademica e fumosa indagine attorno alla crisi dei partiti e della democrazia rappresentativa, è necessario essere consapevoli che, pur rimanendo incastonati nel contesto “rappresentativo”, un nuovo modello di politica e di sviluppo è possibile. Prova ne sono i gruppi che spontaneamente si formano su quei territori vessati da decisioni eterodirezionali; gruppi che, al di là dei soliti luoghi comuni, hanno oramai la possibilità e le capacità di confrontarsi con chi muove i fili decisori. La presa di coscienza prende il via da un forte attaccamento al territorio e dalla consapevolezza che, anche in un contesto globalizzato e de-ideologizato, la vera politica attiva passa dal protagonismo popolare per la tutela del territorio. Bisogna capire e far capire che l’interesse nazionale il più delle volte, essendo l’interesse di pochi, contrasta con l’interesse dei cittadini che vivono quei luoghi. Si possono portare molteplici esempi in tal senso. Dalla partecipazione attiva in città come Porto Alegre in Brasile, dove, da qualche decennio i cittadini si sono auto organizzati sviluppando un sistema economico alternativo, migliorando la loro condizione economica e sociale trasformando, quella che era una delle favelas più povere del paese, in una cittadina modello. Un altro esempio di presa di coscienza  lo si può ritrovare nella lotta per il riconoscimento del diritto alla salute e alla tutela del territorio dei cittadini della Val Susa e, più recente, all’opposizione dei cittadini siciliani alla costruzione dei mega-radar americani noti come MUOS. Ancora, nel nostro territorio ci sono stati movimenti con un forte seguito popolare come nella lunga lotta contro le discariche della provincia Jonica e, da ultimo, la nascita di comitati per la riappropriazione dei diritti nella questione ILVA di Taranto. È arrivato il momento di far sviluppare una dialettica, anche conflittuale, nei confronti di quelle strutture, incarnate dai falsi rappresentanti delle istituzioni, che sono funzionali esclusivamente all’interesse del padrone (inteso nel senso letterale del termine) delle nostre decisioni.

La sfida è una sola. essere capaci di incidere nelle dinamiche decisionali e questo può avvenire non solo attraverso la lotta, ma anche, e soprattutto, attraverso la riappropriazione sistematica degli spazi periferici, in cui i cittadini sono lasciati macerare offuscati dalla cultura di massa che, deliberatamente, è propinata attraverso i media e che, ai più, preclude qualsiasi tipo di pensiero alternativo di società.

Risvegliare e coltivare il senso di responsabilità sociale è imprescindibile per ogni individuo che sceglie di vivere inserito in un contesto organizzato ed è la chiave per intraprendere ogni percorso di auto-organizzazione e gestione partecipata di qualsiasi aspetto della vita sociale, politica e culturale del proprio territorio. La necessità di ripopolare le piazze e le strade non è dettata solo dall’esigenza di ridare vigore alla dinamicità del territorio in cui si vive, ma risiede nell’urgenza di confrontarsi, informarsi e informare creando, in tal modo una rete di relazioni profonde che trovano la loro origine nell’amore per la propria terra.

La formazione di associazioni e comitati organizzati tra loro deve essere la risposta a quanti propinano ancora la politica clientelare, figlia di decenni di desertificazione ideologica. Questi gruppi devono essere capaci, attraverso un coordinamento, di risvegliare un senso di responsabilità in ogni individuo, arrivando infine a creare una massa critica capace di confrontarsi, anche nelle sedi istituzionali, con chi attraverso il potere cerca di condizionare il modo di vivere dei  cittadini.

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